SCALA DEI TURCHI LIFESTYLE 2017 – LA SCALA VERSO IL PARADISO

Continua la nostra ricerca sui media e sui social che promuovono la “Scala” quale simbolo cult per le vacanze estive e non… Fra le riviste patinate che si sono occupate del nostro “monumento” spicca questa volta Marie Claire, che il 9 maggio sul suo sito titola “Scala dei Turchi: cosa fare (e non) nella meta dell’estate 2017”.

Si riporta il post di Fabrizia Mirabella sul sito www.marieclaire.it »


Scala dei Turchi: cosa fare (e non) nella meta dell’estate 2017
Tra nudismo e Montalbano nella “discesa” più hot della Sicilia: occhio, questa è la meta che tutti instagrammeranno.

Ci risiamo. Un paio di cinguettii, il pensionamento del cappotto, i cartelloni pubblicitari delle compagnie aeree che, sparsi per tutta la città, promettono di portarti a Timbuctù con du’ lire. Al debutto di ogni bella stagione che si rispetti corrisponde la nascita di un nuovo trend vacanziero. Che, mete esotiche a parte, coinvolge spesso e volentieri una qualche fetta di Sicilia. Dopo che l’universo tutto si è improvvisamente accorto dell’esistenza di Marzamemi, un gioiellino di borgo marinaro nel comune di Pachino – sì, “quello dei pomodorini” – e scenografia di Nuovo Cinema Paradiso. Oppure di Pantelleria, l’isoletta in provincia di Trapani che vi farà sentire selvaggissimi come Tom Hanks in Cast Away, o ancora di San Vito Lo Capo con i suoi cous cous da mille e una notte e le sue spiagge maldiviane della Riserva dello Zingaro. Che, se postate una foto su Instagram, potete tranquillamente geolocalizzarvi a Malè. E i colleghi in ufficio muti. Ora, la vogue del 2017 (i più “avanguardisti” però l’avevano scoperta già l’anno scorso) sembrerebbe avere occhi e orecchie solo per la Scala dei Turchi. Incominciate ad aprire quindi le pagine di Booking, Airbnb e compagnia cantante, ché se non vi affrettate a prenotare, poi a settembre farete la parte dei grandi esclusi dalle chiacchiere in pausa caffè.

Se non avete la più pallida – come i vostri visi da internauti accaniti – idea di cosa sia questa perla del Mediterraneo, non sentitevi troppo ignoranti. Diciamo che tra le sterminate doti di noi siculi, proprio quella della propaganda turistica scarseggia un cicinin. Ahimé. Adesso che lo sai e non sei più ignorante (“nel senso che ignori”, cit.) non resta che capire perché la Scala dei Turchi è la meta più calda – in tutti i sensi – dei mesi a venire. E se le foto – da quelle beccate spolliciando sui social fino alle immagini dall’alto catturate dagli amici droni – non vi hanno ancora fatto venir voglia di tirare fuori i trolley, ci pensa Camilleri. Il “papà” di Montalbano ha a cuore tutti i “turisti umanisti” che hanno bisogno di aggiungere quel pizzico di poesia alle loro ferie. E mette in bocca, al commissario dal debole per le arancine, una delle più belle descrizioni che possiate mai leggere a proposito: “Il profilo della parte più alta della collina di marna candida s’incideva contro l’azzurro del cielo terso, senza una nuvola, ed era incoronato da siepi di un verde intenso. Nella parte più bassa, la punta formata dagli ultimi gradoni che sprofondavano nel blu chiaro del mare, pigliata in pieno dal sole, si tingeva, sbrilluccicando, di sfumature che tiravano al rosa carrico. Invece la zona più arretrata del costone poggiava tutta sul giallo della rina. Montalbano si sentì sturduto dall’eccesso dei colori, vere e proprie grida, tanto che dovette per un attimo inserrare l’occhi e tapparsi le orecchie con le mano”. A questo punto non potete che essere belli che convinti.
Celebrata anche nell’ultima pellicola di Pif In guerra per amore (dove fa da sfondo ad una breve sequenza), la scalinata naturale di pietra bianchissima si erge a picco sul mare lungo la costa tra Realmonte e Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Situata in una baia tra due piccole spiagge di sabbia candida e acqua trasparente, la sommità di questa parete di marna (una roccia di natura calcarea) rappresenta uno dei panorami più affascinanti (e romantici, specialmente al tramonto) che la Trinacria abbia da offrire.

Ma come trovare riparo (e sollazzo, of course) – allo stesso modo dei corsari saraceni che, secondo la leggenda, utilizzavano proprio gli anfratti della scogliera per nascondersi e colonizzare la regione – durante un’escursione alla Scala dei Turchi? Prima voce della vostra “to do list”: partire preparati. Non da intendersi esclusivamente come: occhialata, selfie stick e costume intero di Alberta Ferretti. Allacciate le scarpe da ginnastica. Sì, ci vuole la scarpa da ginnastica signori. O, almeno, finché non avrete steso la stuoia sulla spiaggia (libera ovviamente, che domande!). Perché, che siate arrivati in macchina o tramite una navetta organizzata, a partire dal parcheggio sulla strada che costeggia la caletta, dovrete far mostra di un bel lavoro di glutei e quadricipiti (breve, promesso!). Per visitare la Scala dei Turchi bisogna imboccare, infatti, un percorso in discesa, una scarpata ripida (falesia, per gli esperti). Poi, potrete finalmente godervi il belvedere azzannando un panino o una schiscetta (se venite da Milano e dintorni). O pensavate forse di trovare ristorantini di pesce e friggitorie fumanti? L’unica parvenza di area attrezzata è un piccolo chiosco (toilette-munito) che i locals chiamano simpaticamente “ecomostro”. E come dargli torto.

Veniamo ai don’t categorici: eccezion fatta per gli occhiali, non vi passi per la testa di portare con voi “pinne e fucile”. La pesca, così come le attività subacquee, è severamente vietata. Ricordatevi che siete gli ospiti di una riserva naturale protetta. E che, di anno in anno, si discute sul chiudere o meno l’accesso ai visitatori proprio per via dei turisti più incivili. Poi, se i cartelli di divieto informano, a caratteri cubitali, che la roccia della parete NON deve essere usata a mo’ di fango di bellezza perché NON è un composto di sola argilla, voi NON fatelo. Per carità, non insozzatevi tutti con questo impasto biancastro, piuttosto fate una capatina a Vulcano! Infine, nudisti all’appello o aspiranti tali: alla Scala non sarete del tutto bannati. O meglio, non date fuoco ai copricostumi proprio il 15 di agosto, tra stormi di famiglie intente a mangiare la pasta al forno sul bagnasciuga. Quando andare alla Scala dei Turchi? Prediligete invece l’inizio di settembre o la primavera inoltrata che, secondo gli outsiders (meglio conosciuti come “quelli che hanno capito tutto”) sono i periodi migliori per godersi la Scala dei Turchi. Occhio: la pietra bianca riflette alla grande, attenti a non caramellizzarvi troppo!


About the author: Pascal McLee

La mia vita in due parole... Dopo aver frequentato le scuole superiori in Liguria, mi sono trasferito a Torino, dove ho seguito gli studi universitari di Ingegneria Elettronica al Politecnico. Ritornato in Liguria, attualmente il mio lavoro è in stretta correlazione con il web ed i computer. Mia moglie ed io viviamo nella verde Garlenda, in Liguria, provincia di Savona.